Tu sei chi scegli e cerchi di essere. (Dean ne “Il gigante di ferro”)

Mare di Chioggia

Una volta ero un romantico.
Avrei potuto iniziare anche con un “C’era una volta un romantico…”, a modo suo sarebbe stata anch’essa una citazione, ma non esagero, non oggi almeno.
Dicevo, una volta ero romantico. O un romantico. Bah! Ho avuto un lungo periodo della mia vita che ricercavo le cenette, le occasioni per regalare dei fiori, i tramonti, le passeggiate sul lungomare al chiaro di luna, le candele e i petali di rosa per il sesso, e via dicendo.

Il messaggio del Romanticismo si è, nella coscienza collettiva, talmente affievolito o degradato da sopravvivere soltanto, ormai, come un equivoco lessicale? Oppure, al contrario, la dilagante fortuna di quest’uso confusamente metaforico dell’aggettivo è la prova d’una sotterranea ma tenace vitalità del sostantivo? (Giovanni Raboni)

Non saprei dire, e non mi importa al momento definire meglio la questione, se è una forma di autismo quella che mi porta a rifiutare inconsciamente questo “movimento” interiore che mi portava a certi apprezzabilissimi gesti, oppure è solo l’esperienza, se così vogliamo chiamarla, che non me ne fa più sentire il bisogno. Ma tant’è… Ho perso molti interessi negli ultimi anni. Uno fra molti, l’interesse per la gente.
Ecco, forse l’unica cosa che mi manca di Torino è la gente. Ma ora che intorno non ho praticamente più nessuno, nel quotidiano non sento la differenza. E la voglia di innamorarmi, quella proprio andata a zero. Sottozero.

E mi passa anche solo la voglia di cercarmi una trombata.

“L’eyeliner per andare in guerra” (Vasco Brondi in “Quando tornerai dall’estero”)

Sono sparito? Forse sì, ma come tutte le altre volte, ritorno. Finchè posso permettermelo, torno.
Non sia mai che in qualche modo, con qualche maneggio, non cerchi di invadere i vostri pensieri con altri pensieri scaturiti dalle mie (dis)avventure.

Non c’è mica bisogno di scappare di casa. Basta rimanere in casa quando gli altri escono. (“Prima della rivoluzione”, film di Bernardo Bertolucci)

Così, mi son comprato casa. Così, in continuo movimento, senza cambiare posto. Sempre con qualche tocco in più e sempre con qualche tocco in meno. Sia maledetta la pandemia. Sia benedetta la pandemia. Ha tirato fuori il meglio e il peggio di noi.
E a me non è cambiato un cazzo. Se non che forse, per una volta, parto col presupposto che in quella casa, sarò un poco come Janis Joplin. Ma non troppo.
Solo coi miei gatti.
Col tempo mi sono reso conto che tutto quel che cercavo per “completarmi” ha un prezzo troppo alto, e allora “è ora di basta” (anche questa è una citazione, ma la capiremo forse in due, io e il mio amico invisibile).
Le uniche due persone per cui provo un interesse sono o felicemente accompagnate o felicemente accompagnate con un anello al dito. E non sono di certo il tipo che spacca le famiglie altrui.

Ciao a voi due, voi non sapete di esserlo, ma non vi acrei mai voluto così lontano. Ma almeno così ho vissuto una vita intensa con voi, fatta di bei momenti, ovviamente non tutti, ma che mi hanno insegnato. Perché finché possiamo sognare, siamo liberi di vivere quello che la vita non ci permette di vivere. O semplicemente, non si hanno avuto le palle per farlo,

Che cos’è che di un misero fa un re? Il coraggio! Quale portento fa una bandiera sventolare al vento? Il coraggio! Chi rende ardita l’umile mosca nella foschia fosca nella notte losca… e fa sì che un moscerino la paura mai conosca? Il coraggio! Perché l’esploratore non teme l’avventura? Perché ha coraggio! (“Il mago di Oz” diretto da Victgor Fleming)

Empatia significa comprendere immedesimandosi nell’altro e dedicandosi a lui con calore. (Anselm Grün)

Ho sempre pensato che per avere cura delle persone, bisogna in primis preservare le proprie energie. Certo, in tutte le cose ci vuole il giusto equilibrio, ma se non abbiamo le forze per dedicarci a chi merita, più che danni, che possiamo combinare?

Il dolore è un dono. Senza la capacità di soffrire non sentiremmo il male che infliggiamo. (Dottore)

Così mi ritrovo a vivere intensamente ogni momento, ogni frazione di secondo, anche quelli apparentemente apatici hanno una loro intensità. Certo, non ho più le forze e la voglia di una volta, sarà un periodo di transizione, ma comunque non mollo mai. Lentamente inesorabile, costantemente incostante,

Papà sta zitto. Scusa ma sta zitto ti prego. Manca una persona, una persona importante, una persona molto, molto importante. Scusatemi, scusatemi tutti. Ma quando ero bambina avevo un amico immaginario. Il dottore stropicciato. Il mio dottore. Ma lui non era immaginario. Era reale. Io mi ricordo di te. Io non posso sbagliare. Ho riportato indietro gli altri, posso far tornare anche te. Uomo folle io mi ricordo bene di te e sei in assurdo ritardo al mio matrimonio! Ti ho trovato. Ti ho trovato nelle parole come sapevo che avrei fatto. Per questo mi hai raccontato la storia dell’antica cabina blu nuova di zecca, oh ingegnoso, molto ingegnoso. (Amy Pond, Doctor Who)

E torneranno i momenti, torneranno i canti e le voci rauche, tornerà il sudore e tornerà il freddo nell’anima, torneranno i tremiti e gli occhi umidi. Tutto torna, la storia è una ruota… Per quanto giri, appoggia sempre sugli stessi punti…